mercoledì 29 aprile 2009

Slow motion, ma anche no, ma anche sì

In un post piuttosto competente su nuovi schermi televisivi Philips e il loro rapporto con la proiezione di film, Matteo Bordone scodella un video realizzato con una tecnica notevolissima:


Carousel from maxime caron on Vimeo.

La moglie del capo c'ha un vacuo nel tubeless

Ieri sera la moglie del Presidente del Consiglio, Veronica Lario, ha detto la sua circa le candidature del Pdl alle europee. Le ha definite "ciarpame senza pudore".
Il ciarpame, per definizione è un accumulo di cianfrusaglie e robacce vecchie, magari stipate in soffitta. Il suo significato figurato, solitamente, si associa all'idea di cose poco preziose, talvolta fastidiose e brutte esteticamente.
Il pudore, per definizione, è il senso di vergogna che conduce le persone a non fare cose considerate disoneste e/o sgradevoli. Il significato figurato della mancanza di pudore, solitamente, si associa all'idea di un comportamento maleducato e/o riprovevole.
Quanta mancanza di pudore e quali forme di quest'ultima possano essere attribuite al ciarpame, è una relazione non immediata, alla comprensione comune. Una relazione che sta a metà fra ossimoro e sinestesia, fra lo stridore di una contraddizione in termini e un accostamento dissonante fra sfere semantiche diverse.
Questo per dire che c'è della poesia, nelle parole di VL, che fila dritta anche in una dichiarazione da servizio tg tritatutto.
Ora non restano che due cose: o il marito le pubblica un libro, o il PD la candida alle prossime elezioni.

martedì 28 aprile 2009

Tracobetti

Venerdì era la giornata di commemorazione del genocidio armeno.
Quel genocidio che in Turchia tanti negano sia mai avvenuto, quel genocidio che negli anni '70 un giornalista che ne parlava l'hanno messo in galera, quel genocidio che guai a chiamarlo genocidio che mica è stato un genocidio, dicono i rappresentanti contemporanei di chi ha fatto il genocidio.
Sulla questione, Obama aveva detto non ci sono cazzi che tengono, quello è un genocidio e se ve la fate sotto glielo dico io, ai rappresentatnti contemporanei, che quello era un genocidio.
Venerdì, però, ha usato una parola armena che non significa genocidio. Ha usato l'espressione "meds yeghern", una roba tipo "il grande disastro".
Il governo turco, quello che peraltro spinge per diventare membro di quell'organizzazione internazionale che gli risponde, tra le altre cose "finchè non chiami genocidio il genocidio te ne stai per i cazzi tuoi di là dal Bosforo" si è comunque arrabbiato parecchio, con Obama, perchè la storia gli armeni i dati il pomo della discordia i documenti vero un cazzo.
Insomma, Obama, la prossima volta tanto vale chiamarlo genocidio, il genocidio. Intanto perchè l'avevi promessa tu, sta cosa: e nelle bande di ragazzini il capo non può mica tirarsi indietro a quel modo.
E poi, se accetti lezioni di diplomazia in salsa cineragazzi, è come nei Goonies: quando uno è scemo duro, i giri di parole servono mica.

lunedì 27 aprile 2009

Dai

Quest'anno, a causa di ascolti molto deludenti, il giro del Bagaglino chiude la sua trasmissione prima di quanto programmato. C'è che Lionello è morto e Gullotta si è stufato. E c'è sicuramente dell'altro, come cerca di spiegare Pingitore.
Soprattutto, c'è che magari l'anno prossimo tornano, prendono ancora pesci in faccia e ce li leviamo dalle palle.

Frutto del caso e della necessità

Fotografia è quando si ottiene un'immagine da un fenomeno esistente e sensibile a un fascio di luce.
Fotografia straordinaria è quando il fotografo è il telescopio Hubble, e c'è da diventare scemi, a pensare che cose simili esistono davvero.

giovedì 23 aprile 2009

Love, love them do (bloggata pro Beatles, #6)

Il bello dei Beatles è che quando c'è da mettere in piedi uno dei più straordinari spettacoli di giocoleria che si sia mai visto, il performer sceglie di usare due (bellissimi) pezzi di Abbey Road: Golden Slumbers e Carry that weight.



mercoledì 22 aprile 2009

Mi si nota di più

Poi ditemi di no, che esagero, o che sono un parruccone, o entrambe le cose.
Ma le chiacchiere annuali sulla celebrazione del 25 aprile e sul modo più consono e corretto di festeggiarlo sono la più straordinaria e desolante allegoria delle pochezze nazionali, che ogni volta si riverberano in divisioni tanto ridicole quanto irresolubili (non a caso alcuni storici si riferiscono alla resistenza con l'espressione "guerra civile").
In tutto ciò che investe la vita pubblica, politica e culturale, siamo la rappresentazione di quel paese lì, che da 15 anni mena la fava su Marzabotto, CLN, repubblichini e battaglioni americani.
Siamo la questione privata di cui parla Fenoglio nel suo meraviglioso romanzo, dove la grande storia collettiva è ridotta alla cronaca di un fatto personale.
E sappiamo che in questo corto circuito c'è qualcosa di sbagliato, ma da lì non muoviamo passi. E queste cose si mordono la coda, oltre a mettere un bel po' di tristezza.

martedì 21 aprile 2009

La accendiamo

Quindi possiamo dirlo: Cofferati è un ciarlatano.
(In realtà, a me piace come politico, il Cofferati. Ho molto apprezzato la sbarra di legalità che ha tenuto nei confronti dei movimenti bolognesi. E che se ne vada a Strasburgo a far flanella da mezzo pensionato, non mi dispiace- ammesso che ci vada. Ma le parole linkate sono sue. E più richiamarle non vale.)

Shot down on the pavement, or waiting in death row

Dieci anni dopo il massacro di Columbine, e il film a tema di Michael Moore, in USA hanno imparato quattro lezioni, dice Slate.
1. E' inutile schematizzare il profilo di eventuali killer, insistendo su emarginati e ragazzi incasinati. Semplicemente, stando a uno studio condotto dall'FBI, non c'è un profilo.
2. E' sempre possibile individuare annunci e tracce di un futuro massacro. Più grande è il piano, più è probabile che vengano seminati indizi. Il cambiamento post-Columbine è che ora si crede a questi indizi.
3. Studenti e insegnanti tendono a essere preparati alle emergenze, e i reparti di polizia conoscono meglio le planimetrie delle scuole. (Nel caso di Columbine, gli SWAT si trovavano nella parte sbagliata dell'edificio, inconsapevoli della costruzione di una nuova ala.)
4. Nuove strategie d'azione sono state escogitate.

Another brick

Non ho capito bene chi, ma questo chi ha rimisurato la lunghezza della muraglia cinese. Grazie a nuovi strumenti, si è scoperto che il colosso è lungo 2.500 Km in più di quel che si credeva.

And the hits just keep on coming/2

Al primo giro, quelli di PirateBay hanno perso duro. Ricorreranno in appello.

giovedì 9 aprile 2009

The L'Aquila earthquake

Via Gianluca Neri, 32 foto attraverso cui il sito Boston.com racconta il terremoto abruzzese, alcune delle quali straordinarie. Qui.

mercoledì 8 aprile 2009

Assalti sotterranei

Noto che circola prepotentemente, fra diverse persone che conosco, una retorica del "ma dove andremo finire, dov'è lo stato?" rispetto alla previsione di Giuliani. Una retorica che ha molto a che fare con quello che scrivevo qui, mesi fa. Una retorica che ritengo sintomatica di mille problemi in uno, e che per questo mi fa incazzare, perchè riguarda il nostro rapporto con la scienza, con il progresso, con l'informazione e con il cambiamento delle cose. Riguarda la nostra cultura.

Primo: Giuliani è un appassionato amatoriale, di sismologia. Ci lavora su a tempo perso. Il che non equivale necessariamente a dire che è un cialtrone, ma almeno da un ruolo e una forma alle sue analisi: nessuno le sovvenziona; nessuno, ripeto, nessuno ci spende un soldo sulle cose che fa. Le fa lui per i cazzi suoi.
Secondo: ha cannato la previsione. Ha toppato, s'è sbagliato, ha fatto cilecca, l'ha fatta fuori dal vaso, ha perso la maniglia, ha sparato una cazzata. Ha sparato una cazzata. E chi sostiene che una mezzora prima del terremoto lui aveva visto delle turbolenze, risponda alle domande del quarto punto.
Terzo: o tutti coglioni, o un solo coglione. Capisco che faccia più comoda la prima, soprattutto finchè i coglioni sono loro.
Quarto: mettiamo che Giuliani avesse avuto ragione (aveva torto) e/o che qualcuno avesse voluto prenderlo sul serio (periodo ipotetico del terzo tipo, quello dell'irrealtà): che si fa? Che si fa? Si evacua mezza regione? Con che priorità? Con che capacità di tranquillizzare il panico dilagante che genererebbe questa notizia? Come comportarsi con chi non crede a Giuliani e non vuole abbandonare casa? Dove si portano quei milioni di persone? Fino a quando li si tiene in questo posto? Quando il terremoto non arriva (perchè non è arrivato, quello previsto da Giuliani) quanto si aspetta prima di tornare tutti a casa? Come si gestiscono le lamentele di chi dice: porcaputtana, prima di evacuare mezzo Abruzzo dovete essere sicuri? Che si fa, eh? Oltre a postare un video su Facebook col senno di(sinformato) poi, che si fa?

Naturalmente, ogni commento basato su stronzate tipo "allora lasciamo morire duecento persone" viene preventivamente subissato da fischi e pernacchie.

Scendere in campo

Chi segue le serie Tv americane, soprattutto quelle di successo, che durano molte stagioni, sa bene che a volte gli interpreti abbandonano -spesso morendo, nel racconto- per i motivi più diversi.
Capita che il loro personaggio non convinca, che nella vita reale siano dei casinisti pazzeschi, che ci sia una grossa produzione cinematografica di mezzo, eccetera.
Scrivendo un post dal titolo encomiabile, Camillo segnala il caso di Kal Penn, uno dei medici che fanno parte del team del Dr. House: molla per andare a lavorare con Obama.

Specchio riflesso

Nella rubrica di traduzione abbandonata tempo fa, avevo messo giù una cosa sulla pirateria nell'Oceano Indiano, soprattutto al largo delle coste somale. Qualche giorno fa, Wired è tornato sull'argomento.
Pare che gli attacchi siano molto diminuiti, nei primi mesi del 2009, e un ufficiale dell'esercito americano attribuisce questi successi al dispiegamento di una task force coordinata da una corazzata inglese, la HMS Northumberland.
La marina militare di sua maestà non solo combina attrezzature e metodi affinati durante la Guerra fredda alla tradizione secolare delle battaglie navali, ma restituisce il colpo ai pirati utilizzando alcuni loro trucchi.
Fra questi, quello di usare delle "mother ships", cioè delle navi che trasportino imbarcazioni più veloci, utili (poichè molto agili) nel momento dell'attacco vero e proprio.
L'articolo di Wired sta qui, comunque, ed è introdotto da una foto straordinaria.
Io ne ho letto una metà e poi mi sono stufato, se ci trovate altro, nei commenti c'è spazio.

You got it right, you got it wrong

Qui si può sentire il singolo dei Rancid.
Dopo 3-4 ascolti, il commento è che un pezzo così, in And out come the wolves non entrava nemmeno pregando in ginocchio. E' un power-pop con chitarrina elettrica pettinata, cori e un bel ritornello.
Canzonetta ben fatta, ma pur sempre canzonetta.

martedì 7 aprile 2009

Give 'em the boot

Il prossimo disco dei Rancid esce il 2 giugno, si chiama Let the Dominoes fall, e ha una copertina piuttosto brutta.
Oggi sul loro Myspace dovrebbe essere pubblicato il primo singolo: Last one to die.

lunedì 6 aprile 2009

Teorie

Come molti, sono stato incuriosito dalle dichiarazioni di Giampiero Giuliani, il tecnico convinto della possibilità di prevedere il sisma.
Primo pensiero: sa di cazzata, ma vai a sapere.
Ultimo pensiero: poi vai a sapere, ma a me sa di cazzata.

Qui però c'è un post che segna un punto a favore del mio scetticismo, corroborato dal fatto che lo stesso Giuliani, comunque, ha cannato la previsione:

Il terremoto che aveva previsto, doveva esserci una settimana fa e nella zona di Sulmona. Tenere centinaia di migliaia di persone in allarme, nel panico, a dormire in stadi e tendopoli per una o più settimane in attesa di una scossa forse ad oggi non è la strada migliore per salvare delle vite.

Rappresentazioni

Due cose accessorie sul terremoto, che riguardano come se ne stia parlando:
1. Il Corriere ha pubblicato la foto di un sisma avvenuto in Turchia
2. Bertolaso perde la lucidità in un secondo, vedendo la catastrofe da vicino, e la spara grossa.

Canti notturni

C'entra e non c'entra, ma per motivi che sfuggono anche a me, ogni volta in cui ricorrono disastri naturali come quello di stanotte, penso a una cosa scritta da Giacomo Leopardi nel 1829. La incollo qui sotto:

Vecchierel bianco, infermo,
mezzo vestito e scalzo,
con gravissimo fascio in su le spalle,
per montagna e per valle,
per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
al vento, alla tempesta, e quando avvampa
l'ora, e quando poi gela,
corre via, corre, anela,
varca torrenti e stagni,
cade, risorge, e piú e piú s'affretta,
senza posa o ristoro,
lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
colà dove la via
e dove il tanto affaticar fu vòlto:
abisso orrido, immenso,
ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
è la vita mortale.


giovedì 2 aprile 2009

Message in a post

Non che io mi illuda di chissà quale attesa, rispetto alla mia assenza da questo blog. In ogni caso, pur se disperso, sono ancora vivo.
Lunedì darò una svegliata, a queste pagine.